VIVERE CON UN PARENTE INVALIDO: ECCO LE AGEVOLAZIONI

VIVERE CON UN PARENTE INVALIDO: ECCO LE AGEVOLAZIONI

VIVERE CON UN PARENTE INVALIDO: ECCO LE AGEVOLAZIONI

"Tutti i benefici per chi assiste un parente disabile con cui vive."


Vivere con un parente disabile rappresenta una sfida significativa, poiché la persona non autosufficiente necessita di assistenza continua. Tuttavia, esistono misure legali che possono aiutare a mitigare le difficoltà quotidiane. Tra queste agevolazioni vi sono l'esenzione dal pagamento del bollo auto, l'IVA agevolata per l'acquisto di dispositivi come cellulari per coloro che usufruiscono della legge 104, e l'accesso facilitato a indennizzi e pensioni. In alcuni casi, questi benefici possono essere estesi anche ai familiari dei disabili. Il caregiver, colui che si occupa dell'assistenza di un parente disabile, gioca un ruolo fondamentale in questo contesto. La nostra analisi si concentra su queste agevolazioni, pensioni e indennità previste dalla normativa per i caregiver e coloro che si prendono cura di parenti con disabilità.


Ecco agevolazioni, pensioni e indennità per chi vive con un parente invalido


Il ruolo del caregiver è sempre più rilevante in un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione e l’allungamento della vita media generano un aumento delle situazioni di disabilità all’interno delle famiglie italiane. I familiari di coloro che non sono autosufficienti si trovano spesso a dover fornire cure e assistenza costanti, e in questo contesto le misure previste dalla normativa previdenziale possono essere di grande aiuto per anticipare il pensionamento.


Tra le varie possibilità offerte dalla normativa, spicca l’Ape sociale, che si rivolge a specifiche categorie come disabili, disoccupati, lavoratori con mansioni gravose e, ovviamente, i caregiver. Per poter accedere a questa forma di pensionamento anticipato, è necessario avere almeno 30 anni di contributi e aver raggiunto i 63 anni e mezzo di età, permettendo così di ottenere il pensionamento in modo immediato.


Ape sociale per i caregiver, come funziona?


L'Ape sociale è un'indennità che consente ai caregiver di andare in pensione in anticipo rispetto all'età prevista, anche se non offre una pensione completa. Tale beneficio viene erogato fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia, momento in cui è necessario fare richiesta per accedere alla pensione ordinaria. È importante evidenziare che l'Ape sociale non prevede maggiorazioni, assegni familiari, tredicesime né adeguamenti per l'inflazione, e il suo importo mensile non può superare i 1.500 euro. È inoltre vietato svolgere attività lavorative per chi percepisce l'Ape sociale, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale entro un limite annuale di 5.000 euro.


Anche la Quota 41 per andare in pensione prima come caregiver


Il cosiddetto "Quota 41" è un'opzione disponibile per i caregiver che intendono anticipare il loro pensionamento. Questa possibilità si basa sul requisito di aver versato contributi per almeno 41 anni, senza alcun vincolo di età. Tuttavia, è essenziale che di quei 41 anni di contributi almeno 35 siano effettivi, escludendo quindi i periodi di contribuzione figurativa per indennità come la Naspi o la malattia. Inoltre, è importante che almeno un anno di contributi sia stato versato prima del compimento dei 19 anni di età.


Per le lavoratrici con parenti disabili, ecco Opzione Donna


Opzione Donna è una misura che si rivolge specificamente a determinate categorie di lavoratrici, tra cui i caregiver. Le donne che si occupano di un parente disabile possono accedere a questa opzione se, entro la fine dell'anno precedente alla presentazione della domanda, hanno compiuto 61 anni di età e accumulato almeno 35 anni di contributi previdenziali. Tuttavia, le lavoratrici madri possono usufruire di un'età ridotta di un anno, mentre chi ha due o più figli può beneficiare di una riduzione di due anni, consentendo loro di andare in pensione anticipata a 59 anni, sempre entro l'anno precedente alla presentazione della domanda.


Congedo di 2 anni per chi assiste un familiare disabile, ecco agevolazioni, pensioni e indennità


Il congedo straordinario di 24 mesi è previsto per assistere un familiare con almeno il 74% di invalidità, come certificato dalle Commissioni Mediche Invalidi Civili dell’ASL. È richiesta una convivenza di almeno sei mesi prima della domanda per poter accedere alle misure di pensionamento anticipato. Per quanto riguarda il congedo straordinario, la convivenza può iniziare anche il giorno prima della domanda. Durante i 24 mesi di congedo, il lavoratore beneficia di una copertura contributiva completa da parte dell’INPS, garantendo la continuità dei diritti previdenziali.


Diritti del malato - Rielaborazione testo tratto da investireoggi.it - di Giacomo Mazzarella - Maggio 2024

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