Le poltrone per disabili sono dispositivi molto utili in quanto facilitano la seduta e l’alzata, oltre a svolgere funzioni finalizzate ad aumentare il senso di comfort in chi le utilizza. Le tecnologie cui fanno riferimento permettono alle componenti della poltrona di “muoversi”, in modo da accogliere l’individuo ed evitare che questi compia movimenti per lui dolorosi.
Molti sono titubanti all’idea di acquistare una poltrona per disabili a causa del loro prezzo. A uno sguardo superficiale può infatti sembrare elevato. Tuttavia, si tratta di un falso problema, e il motivo risiede proprio nel legame tra le poltrone per disabili e le relative agevolazioni fiscali.
Le agevolazioni fiscali per l’acquisto di poltrone per disabili
La verità è che il legislatore ha da tempo predisposto una serie di agevolazioni per chi, da una situazione di necessità, acquista dei dispositivi medici, categoria in cui sono stabilmente inserite le poltrone per disabili. Agevolazioni che alleggeriscono il carico finanziario, pongono in essere un risparmio più o meno consistente, abbattono le barriere all’entrata per la fruizione dei dispositivi stessi. Le agevolazioni, relativamente alle poltrone per disabili, sono due e riguardano i concetti di IVA e di IRPEF. Alcune categorie di persone possono usufruire dell’IVA agevolata al 4%. Si tratta di un’opportunità da cogliere, in quanto permette di risparmiare centinaia di euro. Infatti, di norma l’IVA è al 22%. Inoltre, è possibile accedere alla detrazione IRPEF. In buona sostanza, si “sconta” dall’IRPEF una parte della spesa sostenuta per l’acquisto del dispositivo. In questo caso, il risparmio non è immediato, ma si concretizza sotto forma di “recupero”. La buona notizia è che le due agevolazioni sono cumulabili: è possibile fruirle in contemporanea, una non esclude l’altra. La cattiva notizia è che il loro accesso è abbastanza normato. In parole povere, c’è un po’ di burocrazia da fare. Proprio qui entra in gioco il rapporto tra le poltrone per disabili, le ASL e le agevolazioni fiscali.
Acquisto poltrone per disabili e ASL: le procedure da rispettare
Cosa c’entra l’ASL? In buona sostanza, il suo scopo è certificare il reale stato di bisogno dell’acquirente e, all’occorrenza, dichiarare il legame tra questo stato e l’acquisto del dispositivo. Sono due i documenti che l’ASL rilascia e che tornano utili, anzi necessari, allo scopo.
Le normative di riferimento, per chiunque fosse interessato sono:
Legge n. 104 del 1952 articolo 3, per quanto riguarda i diritti e i benefici che spettano ai disabili.
L’IVA al 4%
Tra le due agevolazioni, l’IVA ridotta è senz’altro quella più immediata. Come fare per usufruirne? E’ tutto molto semplice: occorre presentare al venditore alcuni documenti, sarà proprio lui ad applicare l’IVA al 4%. Questi documenti sono:
Per inciso, l’IVA al 4% spetta a tre categorie specifiche:
Disabili riconosci da altre commissioni mediche pubbliche.
Detrazione poltrona per disabili: quanto si può risparmiare?
La detrazione per la poltrona per disabili è, se possibile, un’agevolazione ancora più conveniente, pur non essendo immediata. Nello specifico, consente di recuperare il 19% della spesa, e di farlo attraverso il meccanismo della detrazione IRPEF.
In buona sostanza, il 19% della spesa si trasforma in credito d’imposta, il quale viene poi utilizzato per diminuire l’IRPEF relativa al medesimo anno in cui l’acquisto è stato effettuato. La detrazione per poltrone per disabili di tipo IRPEF può essere usufruita solo da chi sostiene la spesa, che può essere una persona diversa da chi effettivamente utilizza il dispositivo. Infatti, non vi è la necessità di dimostrare una condizione di invalidità, come avviene per l’IVA al 4%. Si tratta di una buona notizia: può benissimo accadere che l’effettivo utilizzatore del dispositivo non debba corrispondere alcuna IRPEF e quindi non possa personalmente godere dell’agevolazione. Vanno però rispettati due requisiti:
Notiziario del malato - Tratto da saliscale.com - Giugno 2023