"Nei pazienti con lupus eritematoso sistemico, la metformina potrebbe proteggere dalla progressione di esiti avversi renali e cardiovascolari, come nefrite lupica, malattia renale cronica, infarto e ictus, secondo uno studio pubblicato su ACR Open Rheumatology."
Il lupus eritematoso sistemico rappresenta una patologia autoimmune di tipo sistemico capace di interessare diversi organi. Le manifestazioni cliniche di questa malattia sono spesso caratterizzate da una componente vascolare, diretta conseguenza di una disfunzione endoteliale. Nei pazienti affetti, le principali cause di mortalità a lungo termine includono insufficienza renale, infezioni e malattie cardiovascolari. Una metanalisi ha evidenziato che i pazienti con lupus hanno un rischio di mortalità complessiva triplo rispetto alla popolazione generale, con un incremento significativo di mortalità specifica per ragione, in particolare per quanto riguarda le malattie renali, che presentano il rischio più elevato.
La nefrite lupica, che colpisce circa il 40% degli adulti con lupus, rappresenta una complicazione seria della malattia. Più del 10% di questi pazienti può evolvere verso una malattia renale allo stadio terminale entro dieci anni dalla diagnosi, anche con un trattamento adeguato. Questo danno renale ha un riflesso negativo sul sistema cardiovascolare, aggravando i fattori di rischio per malattie come l'ipertensione, l'ictus e la sindrome coronarica. Tra le cause di questo aggravamento si identificano l'infiammazione cronica, che promuove l'aterogenesi, l'uso di terapie come i glucocorticoidi, i quali possono avere effetti indesiderati sul cuore, e la predisposizione dei soggetti con lupus a fattori di rischio cardiovascolare, incluse abitudini come il fumo, ipertensione e obesità.
Pertanto, il trattamento della patologia dovrebbe focalizzarsi sulla riduzione dell'infiammazione sistemica attraverso l'uso di farmaci antinfiammatori, in modo da alleviare la disfunzione endoteliale, secondo quanto sottolineato dagli autori. La metformina, considerata un farmaco ipoglicemizzante, possiede anche potenziali effetti cardioprotettivi, antinfiammatori, immunomodulatori e anti-invecchiamento, mediati attraverso vie dipendenti e indipendenti dalla proteina chinasi attivata dall’AMP. Inoltre, sono emerse evidenze che la metformina può diminuire l'attivazione e la proliferazione delle cellule immunitarie, così come la produzione di citochine pro-infiammatorie e lo stress ossidativo. Tuttavia, gli autori, guidati da Yurilu Gonzalez Moret del Jefferson Einstein Hospital di Philadelphia, evidenziano che nonostante le evidenze attuali sulle proprietà cardioprotettive della metformina e le ricerche che collegano il lupus al rischio cardiovascolare, in particolare nei casi di nefrite lupica e malattia renale cronica, rimangono lacune significative riguardo il ruolo della disfunzione endoteliale e i meccanismi sottostanti, senza una terapia farmacologica specifica. È dunque fondamentale acquisire ulteriori dati sui complessi meccanismi coinvolti e sviluppare nuove terapie focalizzate sulle risposte infiammatorie associate all'autoimmunità.
Esiti avversi del lupus con e senza metformina
Per esaminare l'impatto della metformina sugli esiti renali e cardiovascolari nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico, i ricercatori hanno realizzato uno studio retrospettivo, avvalendosi di dati raccolti da 88 istituzioni sanitarie attraverso la rete di ricerca TriNetX. Hanno analizzato il profilo di 9.178 adulti con lupus che avevano ricevuto metformina, confrontandoli con quasi 79.000 pazienti che non avevano ricevuto il farmaco, tutti ricoverati in ospedale fra gennaio 2014 e aprile 2024. Per effettuare le comparazioni, gli studiosi hanno utilizzato il propensity score matching, esaminando i rischi associati a ciascun gruppo nel sviluppare nefrite lupica confermata da biopsia, malattia renale cronica nei suoi diversi stadi (1, 2 o 3) e gravi eventi cardiovascolari avversi, inclusi infarto miocardico acuto e ictus. Le analisi sono state corrette tenendo conto di variabili demografiche, risultati di laboratorio, comorbilità e uso di altri farmaci.
Con metformina meno rischi di nefrite lupica, malattia renale cronica ed eventi avversi cardiovascolari maggiori
I dati ottenuti dallo studio hanno rivelato che i pazienti in trattamento con metformina presentavano valori di HbA1C superiori (6,8 rispetto a 6,4, P < 0,001), mentre i pazienti non in trattamento mostravano un incremento dei livelli di azoto ureico (16,4 mg/dl contro 15,3 mg/dl, P < 0,001). Dopo un anno dalla diagnosi di lupus, i soggetti che non assumevano metformina correvano rischi significativamente superiori di sviluppare nefrite lupica (RR 1,7), malattia renale cronica (RR 1,27) e di sperimentare eventi avversi cardiovascolari maggiori (RR 1,21).
Cinque anni dopo, il rischio per la nefrite lupica rimaneva elevato tra coloro che non utilizzavano metformina (RR 1,82) e per la malattia renale cronica (RR 1,17), mentre la differenza di rischio per quanto riguarda gli eventi avversi cardiovascolari maggiori non risultava più significativa. Gli autori hanno concluso che «i risultati evidenziano i possibili effetti protettivi della metformina nel rallentare la progressione delle complicanze renali e degli eventi cardiovascolari nei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico». Hanno inoltre suggerito che «per validare quanto emerso e comprendere meglio i meccanismi alla base degli effetti protettivi della metformina nei pazienti con lupus, sarebbero necessarie ulteriori sperimentazioni cliniche».
Reumatologia dal web - Rielaborazione testo tratto da pharmastar.it - Agosto 2024