"Uno studio su Seminars in Arthritis and Rheumatism conclude che i farmaci biologici per l'artrite reumatoide e psoriasica non influenzano negativamente la fertilità nelle donne."
I farmaci biologici impiegati nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR) e dell’artrite psoriasica (PsA) non sembrano avere un impatto negativo sulla fertilità femminile. Questa è la principale conclusione di un recente studio apparso su Seminars in Arthritis and Rheumatism.
Motivazione e metodologia dello studio
I ricercatori hanno sottolineato nell'introduzione che, nonostante l'uso diffuso dei farmaci biologici (DMARDb), le informazioni sugli effetti potenziali di queste terapie sulla fertilità rimangono limitate. È stato osservato che le donne affette da AR tendono ad avere un numero di figli inferiore a quello desiderato, tempi di concepimento più lunghi e una maggiore incidenza di problemi di subfertilità rispetto alla popolazione generale.
Per esplorare questa problematica, è stato realizzato uno studio retrospettivo di coorte basato sull’analisi delle cartelle cliniche elettroniche (EHR). I partecipanti includevano 4.517 donne con AR e 1.415 donne con PsA, tutte di età compresa tra 18 e 40 anni. Tra i farmaci biologici utilizzati figuravano gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF), gli anticorpi monoclonali anti-CD20, bloccanti di specifiche interleuchine e inibitori delle cellule T.
L'obiettivo principale della ricerca era determinare la percentuale di test di gravidanza positivi, mentre gli obiettivi secondari comprendevano il numero di tentativi di concepimento e l'uso della fecondazione in vitro (FIV).
Le donne affette da AR e PsA presentavano età media simile al momento della diagnosi (30,7 anni con una deviazione standard [SD] di 6,3 per l'AR e 30,9 anni; SD, 6 per la PsA; P = 0,260) e all'inizio del trattamento con farmaci biologici (34,2 anni; SD, 8 per l'AR contro 34,2 anni; SD, 7,5 per la PsA; P = 0,729).
Risultati principali
Dall’analisi dei dati, è emerso che la fertilità era superiore prima della diagnosi in entrambi i gruppi: i tassi di test beta-hCG positivi sono diminuiti dall’84,5% al 63,6% nel gruppo AR e dall’87,1% al 61,4% nel gruppo PsA (entrambi P < 0,01). Tuttavia, l’inizio della terapia con farmaci biologici per l'AR o la PsA non ha avuto un effetto negativo sui tassi di beta-hCG positivi. Anzi, nel gruppo PsA è stata notata una tendenza all’aumento delle gravidanze dopo l’inizio della terapia con DMARDb (P = 0,05), mentre i tassi sono rimasti costanti nel gruppo AR.
Inoltre, i test beta-hCG sono aumentati in entrambi i gruppi una volta avviato il trattamento con farmaci biologici (AR, P < 0,01; PsA, P = 0,07). Confrontando le donne con AR trattate con DMARDb a quelle non trattate, i tassi grezzi di test beta-hCG positivi sono risultati 229/431 (53,1%), 1120/1743 (64,3%) e 318/492 (64,6%), senza differenze significative tra i gruppi.
L'uso di farmaci per la fertilità prima della diagnosi è risultato simile nei gruppi AR (8,35%) e PsA (8,4%; entrambi P > 0,5). Questo valore è sceso al circa 4% dopo la diagnosi, ma prima dell'inizio del trattamento con farmaci biologici, per poi risalire all'8,3% nel gruppo AR e al 7% nel gruppo PsA (P > 0,5).
I tassi di FIV sono diminuiti nel gruppo AR dopo l'inizio del trattamento (P < 0,01), mentre nel gruppo PsA non si sono registrate variazioni significative (P = 0,56).
Conclusione
In sintesi, “La vasta coorte analizzata in questo studio offre nuove e rassicuranti informazioni sulla fertilità naturale e assistita (FIV) nelle donne con AR e PsA in trattamento con farmaci biologici. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per differenziare tra le varie categorie di DMARDb e per raccogliere dati sui tassi di nati vivi,” hanno concluso i ricercatori.
Reumatologia dal web - Rielaborazione testo tratto da pharmastar.it - Gennaio 2025