"Le persone disabili hanno un trattamento lavorativo differenziato e devono presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni."
L’Assegno di inclusione è una misura che, oltre a sostenere economicamente il nucleo familiare, ha l’obiettivo del reinserimento lavorativo dei cittadini che sono in condizioni di lavorare. Questo inserimento non vale però per alcune categorie di individui che, semplicemente, non sono obbligate a sottostare agli aspetti lavorativi. Vediamo meglio come funziona e per chi. In sostanza, l’Adi prevede che entro 60 giorni da quando si fa domanda si debba sottoscrivere anche il patto di servizio personalizzato al centro per l’impiego (o presso altri soggetti accreditati ai servizi per il lavoro). Questo passaggio attiva il meccanismo di inserimento lavorativo e, inoltre, è previsto che ogni 90 giorni ci si presenti ai centri per l’impiego per aggiornare la propria posizione lavorativa. Si capisce, dunque, che si tratta di un passaggio fondamentale per non vedersi sospeso il sussidio, ma chi è esonerato?
Come riportato sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono esclusi dagli obblighi di partecipazione al percorso:
Assegno di inclusione e lavoro: come funziona
Il membro del nucleo familiare che riceve l’Assegno di inclusione e che è inserito nel programma di inserimento lavorativo attraverso i servizi competenti per l’occupazione deve accettare un’offerta di lavoro che soddisfi i seguenti requisiti:
Assegno di inclusione: quando presentarsi ai servizi sociali
La domanda per l’Assegno di inclusione prevede l’iscrizione al SIISL e la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale e, tra le conseguenze dell’aver svolto tutti gli step correttamente, c’è la convocazione da parte dei servizi sociali entro 120 giorni dal momento in cui viene inviata la domanda. Quindi, in linea di massima, non è il cittadino che ha richiesto l’Adi a dover organizzare l’appuntamento. In genere, la convocazione arriva entro i primi due mesi da quando si è presentata domanda, ma se dovesse essere necessario il cittadino può recarsi direttamente dai servizi sociali di sua spontanea volontà per sbloccare la pratica, non rischiando di andare incontro alla sospensione del sussidio. Infatti, se non si svolge questo step molto importante si blocca la pratica e ciò comporta uno stop anche all’erogazione dei pagamenti. Quindi, in linea di massima, questi sono gli step:
FAQ: domande frequenti sull’Assegno di inclusione
L’Adi si può accumulare?
Ad ora, quindi, l’Assegno di inclusione si può accumulare. Infatti, non sono presenti obblighi di spesa dal punto di vista delle tempistiche, come invece accadeva per il Reddito di cittadinanza.
Come si calcola l’Adi?
Per ottenere l’importo mensile, si svolge il seguente calcolo:
[(6.000 euro x parametro della scala di equivalenza) – reddito familiare] / 12
O, in caso di nuclei con persone oltre i 67 anni o affette da gravi disabilità o non autosufficienza:
[(7.560 euro x parametro della scala di equivalenza) – reddito familiare] / 12
Come funziona la scala di equivalenza?
Per effettuare il calcolo secondo la scala di equivalenza, si parte dal valore “1” che corrisponde alla persona richiedente il sussidio, e si somma secondo questo criterio:
Quanto dura l’Adi?
Il beneficio ha una durata pari a 18 mesi, dopo i quali si può richiedere solo dopo un mese di stop per altri 12 mesi. Un funzionamento che ricorda un po’ quello del Reddito di Cittadinanza.
Diritti del malato - Tratto da thewam.net - di Marco Cagiano - Marzo 2024