E' generalmente riconosciuto che una dieta giochi un ruolo considerevole nel trattamento dell'artrite, fosse anche solo per ridurre il peso e di conseguenza alleviare il carico che le giunture doloranti devono sostenere. Nel corso degli ultimi decenni un gran numero di ricerche sono state condotte in tutto il mondo allo scopo di verificare l'efficacia degli integratori alimentari nell'artrite e la possibilità che certi cibi possano provocare o esacerbare i sintomi dell'artrite reumatoide a causa di una persensibilità o intolleranza del paziente verso quei prodotti. L'artrite Reumatoide è stata soggetto di una ricerca specifica, in quanto è la forma più comune di artrite di origine infiammatoria.
INTEGRATORI ALIMENTARI
Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l'olio di pesce e quello estratto dalla rapunzia sono gli integratori più verosibilmente in grado di ridurre l'infiammazione nell'artrite reumatoide. La migliore fonte di olio sono i pesci grassi come il salmone, l'aringa e lo sgombro; i pesci bianchi come quelli appartenenti alla famiglia del merluzzo e della platessa contengono 250 grammi di pesce grasso o 600 di pesce bianco ogni giorno per averne benefici, quindi un integratore a base di olio di pesce è un'alternativa più praticabile. Perché sia efficace dovreste assumerne una dose al giorno per almeno sei mesi e se trovate che allevi i vostri sintomi dovete continuare a prenderlo regolarmente, poiché i benefici cessano nel momento in cui sospendete l'assunzione.
E' stato dimostrato che l'olio di rapunzia possiede effetti antinfiammatori e deve essere anche questo preso per almeno tre-sei mesi poiché dia un reale beneficio. Non ci sono controindicazioni nell'assumerlo insieme all'olio di pesce se non che aumenterà l'apporto calorico, con conseguente aumento di peso.
Sono state condotte ricerche sui possibili benefici per l'artrite anche di altri integratori, ma pur essendo buoni in sé, per miele, aglio e vitamine non sono stati provati reali benefici nell'artrite reumatoide. Alga kelp, pappa reale, ginseng e aceto di mele, utili per altre malattie, non hanno dato prova di efficacia per l'artrite.
INTOLLERANZE ALIMENTARI
Molti studi hanno dimostrato che i sintomi dell'artrite reumatoide vengono aggravati da particolari cibi e alcuni ricercatori sostengono addirittura che possa essere causata da un'intolleranza alimentare. Quelli più comunemente citati sono: latte e prodotti caseari, farina, glutine, cereali, carne di manzo, caffè, agrumi, pomodori e arachidi. Per scoprirne quali siano i cibi responsabili, il paziente deve intraprendere quella che viene chiamata una dieta a eliminazione, capace di identificare i colpevoli tramite un processo di eliminazione, un lavoro abbastanza lungo che può durare più di sei mesi. Inizialmente al paziente viene prescritta una dieta molto essenziale che può variare a seconda del metodo usato dal dietologo ma che probabilmente includerà i cosiddetti cibi neutrali, come agnello, riso, cavoli, carote, pere e acqua depurata. Se i sintomi migliorano dopo due settimane di questa dieta, altri cibi vengono introdotti con una sequenza accuratamente pianificata per vedere quali di questi aumentano i sintomi. Una volta accertati, questi cibi vengono del tutto eliminati dalla dieta del paziente.
DIETA GENERICA PER L'ARTRITE REUMATOIDE
La dieta più salutare per chiunque soffra di artrite reumatoide è quella con un basso apporto di grassi saturi ( ma che include alcuni grassi polinsaturi), pochi zuccheri, poco sale e poco alcol ma con un elevato consumo di fibre. Questa è la dieta raccomandata per il mantenimento di una buona salute generale: ridurre il consumo di cibi dolci, come biscotti, torte, pasticcini e dessert, di carni rosse e salumi, latte e prodotti caseari, burro uova, evitare cibi fritti ma consumare tutti i tipi di pesce, frutta fresca e verdure, pane e cereali integrali, pasta e riso. Piccole quantità di grassi polinsaturi, come la margarina, possono essere incluse, così come il formaggi magri, latte scremato, yogurt, formaggi freschi e proteine derivate dal pollo, dai legumi e dalle noci.
DIETA COME AUTO AIUTO
Il grosso vantaggio di un regime dietetico nell'artrite reumatoide è che chi ne soffre, dopo aver chiesto consiglio a un esperto, può tenersi sotto controllo da solo. E' importante che una dieta a eliminazione sia seguita da un medico o da un dietologo, in quanto va attentamente mantenuto un adeguato livello nutritivo, soprattutto nei bambini, il cui sviluppo non deve essere impedito.
DIETA MEDITERRANEA
Seguire i precetti della dieta Mediterranea non riduce il rischio di andare incontro ad artrite reumatoide (AR), ma è in grado di limitare questo rischio nelle persone che non hanno mai fumato. Questo il responso, in parte deludente, derivante da un ampio studio francese di popolazione recentemente pubblicato su Arthritis & Rheumatology, che suggerisce come il legame tra dieta e rischio di AR sembri essere mediato dal fattore “fumo”.
Razionale e disegno dello studio
Come è noto, le conoscenze attuali sulla patogenesi dell'AR ipotizzano l'esistenza di interazioni tra fattori genetici e ambientali, con il fumo che, ad oggi, rappresenta il solo fattore ambientale chiaramente legato alla malattia. Anche i fattori legati allo stile alimentare sono stati suggeriti come elementi che possono contribuire all'insorgenza di malattia, tenendo anche presente il fatto che l'AR sembra essere meno comune nei Paesi mediterranei rispetto a quelli nordici.
Fino ad ora, però, gli studi che hanno provato a stabilire una relazione tra la dieta e il rischio di AR si erano focalizzati soprattutto su singoli alimenti e nutrienti, quando invece i pattern di assunzione alimentare potrebbero permettere, invece, una valutazione più realistica.
La dieta Mediterranea, come è noto, comune soprattutto nei paesi del Sud Europa, si avvale soprattutto del consumo di cereali, frutta e vegetali, olio di oliva e pesce, insieme all'assunzione di quantità moderate di carne, latticini e vino. Il suo impiego è stato legato alla riduzione del rischio di malattie CV e neoplastiche; tuttavia, dato che questo regime alimentare è ricco di in sostanze antiossidanti e acidi grassi omega-3, si ritiene che possa influenzare positivamente anche il decorso di alcune malattia ad eziologia autoimmunitaria come l'AR. Per verificare la fondatezza di questa ipotesi, i ricercatori hanno analizzato i dati dello studio prospettico E3N-EPIC, condotto in donne sane residenti in Francia. La maggior parte delle persone incluse in questa coorte di popolazione femminile erano nate tra il 1925 e il 1950, ed erano state reclutate nel 1990. I ricercatori hanno somministrato loro questionari a periodicità biennale, con domande relative a questioni di salute e sullo stile di vita condotto, come pure sull'eventuale diagnosi di malattie, compresa l'AR. Insieme a tale questionario, i ricercatori hanno somministrato loro anche un questionario sulle abitudini alimentari (a partire dal terzo questionario primario, tra il 1993 e il 1995. In esso vi erano inclusi più di 200 item relativi ad alimenti specifici. Per verificare l'aderenza alla dieta Mediterranea è stato utilizzato un sistema a punteggio, graduato da 0 a 9: l'assegnazione di valori positivi di questo punteggio era effettuata sulla base alla quantità di cibi potenzialmente benefici e tipici di questo regime alimentare (vegetali, grano e olio d'oliva, mentre il punteggio zero era assegnato a seguito dell'assunzione di cibi non strettamente legati alla dieta Mediterranea, come carne e latticini.
Risultati principali
Su più di 60.000 donne reclutate nello studio, l'aderenza alla dieta Mediterranea non è risultata associata ad un rischio ridotto di AR, con un hazard ratio pari a 0,86 (IC95%= 0,67-1,10; p=0,11). Tuttavia, considerando il sottogruppo di donne che non avevano mai fumato, è emerso che un'aderenza elevata alla dieta Mediterranea era in grado di ridurre il rischio di AR, con un HR pari a 0,91 (IC95%=0,84-0,99; p=0,03). Non solo: rispetto alle donne che non avevano mai fumato e che mostravano una riduzione del rischio con una aderenza elevata alla dieta Mediterranea, quelle che avevano fumato e fumavano ancora non mostravano nessuna differenza del rischio di malattia nonostante l'elevata aderenza a questo regime alimentare (HR=0,99; IC95%=0,91-1,07, p=0,74).
Analizzando l'associazione per gruppi specifici di alimenti alla base della dieta Mediterranea, il solo gruppo di alimenti associato con un rischio ridotto di AR è stato il pesce; un consumo medio di questo alimento (da 9 a 25 g/die) era associato ad un rischio ridotto di malattia rispetto ad un consumo al di sotto dei valori considerati nella norma (9 g/die; HR=0,74; IC95%=0,59-0,94).
Riassumendo
Pur con alcuni limiti metodologici intrinseci (inclusione solo donne francesi, impossibilità per i ricercatori di correggere i dati in base alla durata e al consumo di sigarette), lo studio ha chiaramente dimostrato l'esistenza di un'associazione inversa tra l'aderenza alla dieta Mediterranea e il rischio di AR in donne che non hanno mai fumato, ma non nelle ex-fumatrici o nelle fumatrici incallite. Nel dare una spiegazione dell'esistenza di queste differenze in base allo status di fumatore, i ricercatori hanno suggerito l'esistenza di processi fisiopatologici diversi, ricordando che il fumo è stato implicato nella citrullinazione delle proteine a livello polmonare.
GLI ESPERTI
I medici conoscono gli effetti della dieta e di altri fattori ambientali sulle malattie, e i reumatologi sono molto interessati al ruolo svolto dal controllo alimentare nell'artrite reumatoide. Inoltre, vi sono dietologi specializzati in questa branca della medicina.
NATUROPATIA
Per Naturopatia si intende un insieme di discipline finalizzate alla conservazione dell’equilibrio energetico facenti riferimento a metodiche di approccio naturali ed energetiche codificate nell’ambito di una visione olistica dell’essere umano. I padri della Naturopatia, gli igienisti americani del XIX, miravano inizialmente soprattutto alla disintossicazione e depurazione fisica. L'evoluzione "naturale" della Naturopatia fu quella di non fermarsi all'aspetto fisico della depurazione del corpo ma di avvalersi anche di altre tecniche, non più di derivazione prettamente igienistica, che mirano ad un'armonizzazione più profonda e meno materiale, ovvero energetica. Il Naturopata è un operatore professionista che opera autonomamente nel campo della Naturopatia, che si avvale dell’utilizzo delle più efficaci metodiche preventive ed olistiche non invasive, valutando di volta in volta quale sia la più idonea.
Ciò che caratterizza l’operato del Naturopata è l’approccio anche in qualità di consulente per la salute. Pertanto, lo scopo principale della professione del Naturopata non è direttamente la cura delle malattie, ma la promozione dell’equilibrio energetico degli individui attraverso: lo sviluppo delle potenzialità individuali di prevenzione attraverso l’informazione e l’educazione alla gestione e al rafforzamento delle proprie risorse fisiche, psichiche ed emozionali; l’individuazione del terreno costituzionale dell’individuo per mezzo dell’osservazione sistematica delle manifestazioni psico-fisiche, delle predisposizioni agli squilibri bioenergetici, nonché la valutazione della sintomatologia relativa a squilibri che si sono già instaurati; il riequilibrio degli eventuali squilibri energetici, attraverso trattamenti non invasivi mirati a stimolare le potenzialità di autoguarigione dell’organismo umano Può essere interessante sottolineare che, per le caratteristiche intrinseche delle discipline a cui il Naturopata ricorre, egli si impegna non solo nella promozione della salute individuale, ma anche della salute a livello sociale. Molte discipline, infatti, oltre a permettere il riequilibrio energetico dell'individuo, ne promuovono anche la crescita spirituale.
Iniziando ad utilizzare le discipline naturali olistiche, le persone si trovano ad intraprendere un cammino di trasformazione che coinvolge non solo il corpo e quindi il piano fisico, ma anche la mente e lo spirito. L’operatore che utilizza le discipline naturali olistiche ed energetiche, per essere veramente Naturopata non può limitare la sua attenzione ad alcune discipline specifiche, ma si interessa della natura nel senso più completo del termine, migliora continuamente le sue conoscenze professionali ed inserisce la propria attività in una prospettiva di evoluzione personale. L’uomo viene studiato nelle diverse discipline naturopatiche secondo schemi, o paradigmi, e usando termini a loro propri e differenti tra una disciplina e l’altra. Le classificazioni a cui si ricorre nella medicina ayurvedica sono diverse da quelle nella medicina tradizionale cinese, da quelle della omeopatia o di altre discipline. Tuttavia, il minimo comune denominatore di queste discipline è che: agiscono sulla globalità dell’uomo (corpo, mente e spirito) e per questo sono dette olistiche; agiscono stimolando il riequilibrio energetico e per questo sono dette energetiche; non immettono nell’organismo ciò che in teoria sembra mancare, ma risvegliano la memoria dell’equilibrio originario codificato in tutti gli esseri viventi; il terapeuta utilizza i sintomi per interpretare lo squilibrio energetico che si sta manifestando e non li sopprime; per ottenere un efficace recupero della salute le persone vengono responsabilizzate e rese partecipi del percorso che hanno intrapreso utilizzando la Naturopatia; la possibilità di intervenire in modo dolce ed efficace; la persona viene accettata nella totalità delle sue manifestazioni e con l’operatore si stabilisce un contatto spirituale, nel senso di profonda empatia.
Il Naturopata, quindi, fonda il proprio operare su delle basi multidisciplinari, che tendono a coprire il più possibile lo spettro energetico dell’essere vivente, da quello fisico a quello più sottile e spirituale. Ciascuna disciplina pur avendo un effetto globale sulla persona, espleta la sua azione in maniera particolarmente efficace in un particolare campo energetico di sua pertinenza. Ad esempio, le tecniche olistiche di manipolazione pur essendo efficaci in modo globale, realizzano il massimo della loro azione ad un livello energetico molto diverso da quello di rimedi vibrazionali, come ad esempio i fiori di Bach. La Naturopatia pone la persona, con tutta la sua ricchezza interiore, al centro dell’attenzione e non solo il suo corpo o una sua parte. Questo aspetto è socialmente rivoluzionario, perché permette di interpretare e riequilibrare in modo profondo, ma graduale e rispettoso della persona, anche problematiche di comportamenti estremi. La Naturopatia opera una purificazione energetica nelle persone, che poi si traduce in risoluzione di problemi al presente e prevenzione di quelli in divenire. L’impatto reale che tali discipline hanno sulla società è di dimostrare concretamente che una visione non puramente materialistica o “meccanicistica” dell’essere umano può riportare alla salute, con un senso di benessere globale.
Attenzione: (Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e non si sostituiscono in alcun modo al consulto medico e/o al parere di uno specialista. Non costituiscono, inoltre, elemento per la formulazione di una diagnosi o per la prescrizione di un trattamento. Per quanto riguarda il fai da te, questo potrebbe essere potenzialmente pericoloso, AIRA ODV non è responsabile di eventuali danni a animali, cose o persone in seguito all’applicazione di metodi descritti negli articoli. Si ricorda che bisogna prestare attenzione ai materiali e prodotti usati che potrebbero in alcuni casi anche nuocere alla salute o creare allergie o altri effetti negativi).
Alimentazione - Redazione Reumatoide.it