"Un nuovo approccio, nato dalla fusione tra un anticorpo e un farmaco, si è dimostrato efficace nel calmare le cellule immunitarie che guidano le malattie infiammatorie, sia nei topi che nell'uomo."
Un nuovo approccio, nato dalla fusione tra anticorpo e farmaco, si è mostrato efficace, sia nei topi che nell’uomo, nel calmare le cellule immunitarie che guidano le malattie infiammatorie, come l’artrite reumatoide, evitando i tipici effetti collaterali dei farmaci convenzionali. Lo rivela uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
I limiti dei glucocorticoidi
I risultati aprono la strada al superamento di un importante ostacolo relativo alla sicurezza dell’uso clinico dei glucocorticoidi, che sono fra i farmaci più utilizzati per i disturbi infiammatori. Sebbene i glucocorticoidi siano efficaci, non possono essere assunti per un lungo periodo, in quanto provocano effetti indesiderati, quali fratture ossee, aumento della glicemia, glaucoma e altri. Il verificarsi di tali effetti collaterali è dovuto alla natura sistemica della maggior parte dei glucocorticoidi standard.
Lo studio
Per trovare una strategia in grado di limitare gli effetti dei farmaci ed esaltarne, dunque, la loro utilità clinica, Michael McPherson, dell’AbbVie Bioresearch Center, assieme ai suoi colleghi, hanno sviluppato un nuovo approccio che consente di ovviare a questa complicanza: grazie ad un composto che prevede l’associazione tra anticorpo e farmaco, che combina le proprietà di homing degli anticorpi, ovvero la continua migrazione dei linfociti tra torrente ematico, vasi linfatici, tessuti linfoidi secondari e tessuti linfoidi non periferici, con gli effetti terapeutici di un farmaco. Ne nasce un coniugato farmaco, ovvero un approccio terapeutico che oltre alla parte attiva, contiene una sostanza che ne aumenta l’efficacia. Questo, denominato ABBV-3373, fonde un anticorpo contro il TNF, una proteina che compare sulla superficie delle cellule immunitarie attive, con un composto che potenzia l’attività del recettore dei glucocorticoidi. Ciò consente al coniugato di legarsi al TNF sulle cellule immunitarie iperattive prima di essere assorbito dalle cellule stesse, dove rilascia il modulatore del recettore dei glucocorticoidi per calmare le attività infiammatorie delle cellule.
I risultati
Una versione per topi di ABBV-3373 ha soppresso in modo significativo la segnalazione infiammatoria nei modelli murini con ipersensibilità da contatto o artrite indotta e ha inibito completamente l’artrite per oltre 30 giorni, a seguito di una singola dose. Studiando campioni di siero provenienti da uno studio di fase 1, i ricercatori hanno anche scoperto che il coniugato ha mostrato proprietà di assorbimento favorevoli in volontari sani. In particolare, la versione umana del coniugato non ha influenzato drasticamente i marcatori sistemici di glucocorticoidi né nei volontari né nei topi, supportando l’idea di una potenziale alternativa come strumento antinfiammatorio più sicuro e sostenibile.
Reumatologia dal web - Tratto da meteoweb.eu - di Beatrice Raso - Marzo 2024