I ricercatori dell’Università di Osaka hanno identificato un complesso proteico coinvolto nella patogenesi dell’artrite reumatoide. Mostrano anche che il celastrolo, il composto attivo di un’erba medicinale, blocca la progressione della malattia inibendo il complesso che comprende due proteine, denominate COMMD3 e COMMD8.
“Una volta stabilita l’importanza del complesso nell’autoimmunità, abbiamo iniziato a identificare un composto che potesse interferire con la formazione del complesso“, spiega Kazuhiro Suzuki. “Il nostro screening chimico ha identificato il celastrolo come il più potente inibitore del complesso COMMD3/8“. Celastrol è un composto attivo del Tripterygium wilfordii, un’erba medicinale che è nota per avere proprietà antinfiammatorie, sebbene il suo meccanismo d’azione non sia completamente chiarito. Lo studio ha mostrato che il celastrol si lega a COMMD3 in modo covalente e previene la formazione del complesso COMMD3/8, compromettendo così la risposta anticorpale e bloccando la progressione dell’artrite reumatoide nel modello murino.
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Il sovraccarico metabolico che si verifica nelle persone con peso in eccesso, potrebbe sopprimere la regolazione del sistema immunitario e indurre risposte infiammatorie, incrementando il rischio di sviluppare malattie autoimmuni. Sono queste le conclusioni dei ricercatori dell’Università di Napoli Federico II e dell’Istituto per l”Endocrinologia e l’Oncologia Sperimentale, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IEOS). I risultati scientifici sono stati pubblicati sulla rivista “Science“. In particolare il team, guidato da Giuseppe Matarese, ha valutato la correlazione tra obesità e malattie autoimmuni, come sclerosi multipla e diabete di tipo 1. I ricercatori hanno scoperto che il sovraccarico metabolico può sopprimere l’immunoregolazione e allo stesso tempo indurre risposte infiammatorie.
“L’ipernutrizione – scrivono gli scienziati – favorisce l’attivazione cronica delle cellule immunitarie sia innate che adattative, con conseguente infiammazione sistemica, anche se di basso grado. Questi fenomeni si verificano attraverso l’impegno di percorsi intracellulari di rilevamento di nutrienti ed energia”.
“Il nostro studio – commentano gli autori – suggerisce che l’associazione tra obesità e autoimmunità dipenda in parte dal fatto che il tessuto adiposo tende ad aumentare le risposte autoinfiammatorie, ma allo stesso tempo il peso in eccesso stesso sembra avere caratteristiche autoimmuni”.
“Nei prossimi step – concludono gli scienziati –
sarà interessante capire come i singoli nutrienti, quindi lipidi, carboidrati e proteine, possano influenzare l’autotolleranza immunologica e la finestra temporale in cui i trattamenti per l’autoimmunità associata all’obesità tendono a essere più efficienti”.
Artrite reumatoide - Tratto da blogpinali.wordpress.com - Aprile 2023