"L'immersione in acqua calda a 33-34°C offre benefici terapeutici grazie alla pressione idrostatica che aiuta a ridurre edemi e gonfiori."
L’artrite reumatoide è una malattia reumatica sistemica che colpisce, solo in Italia, oltre 400 mila persone. Si stima che, entro i primi due anni dalla diagnosi, il 10% dei pazienti sviluppi un’invalidità grave e, dopo dieci anni, più del 50% abbia serie difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane. Sicuramente una diagnosi precoce e una terapia appropriata permettono ai pazienti di rallentare il decorso della malattia.
Quali sono le finalità del trattamento riabilitativo?
La riabilitazione, abbinata al trattamento farmacologico che si avvale di diverse tipologie di farmaci, è fondamentale per:
Perché l’idrokinesiterapia è importante per i pazienti con artrite reumatoide?
L’immersione in acqua riscaldata, ad una temperatura di 33-34°C, permette di ottenere numerosi benefici: la semplice immersione è già terapeutica perché, grazie alla pressione idrostatica, ha un effetto drenante che aiuta a ridurre edemi o gonfiore. L’effetto pressorio e la temperatura dell’acqua poi, stimolano le terminazioni nervose periferiche agendo sulla percezione del dolore. Si ottiene anche una vasodilatazione che migliora il flusso di ossigeno verso i muscoli e favorisce la rimozione delle scorie. Quando l’individuo è immerso fino al collo, ad esempio in una piscina, il peso che “preme” sul corpo si abbassa del 90%. Quando il livello dell’acqua, invece, arriva alla vita la pressione si riduce del 50%. Il fatto che ci si trovi all’interno di questo liquido può essere di particolare aiuto ai soggetti che hanno subito un intervento chirurgico: quando il corpo è sulla via della guarigione, infatti, bisogna sempre prestare attenzione a quanto peso “caricare” sulla zona operata. La pressione che l’acqua esercita, prima di tutto, aiuta nello spostare il fluido dalla zona operata a tutto il resto del corpo. L’acqua, inoltre, rallenta il movimento che, a sua volta, fa diminuire l’incidenza del dolore: quando è calda, infine, aiuta anche a far scemare gli spasmi muscolari. Aumento della flessibilità delle articolazioni. La parte del corpo “oggetto” di fisioterapia, trovandosi in acqua, galleggerà e così sarà più facile e meno doloroso il movimento. La temperatura del liquido, inoltre, più è calda più porterà sollievo a muscoli doloranti e tesi. Stimoli al massimo e tanta motivazione. Una sessione di fisioterapia, infatti, non è mai uguale ad un’altra, fattore che tiene sempre stimolato e motivato l’individuo in fase di recupero. Da non dimenticare infine, che il corpo immerso riduce considerevolmente il suo peso, riducendo il carico di lavoro.
Come si svolgono gli esercizi in acqua e con che frequenza?
L’intensità dell’esercizio può variare sfruttando spinta di galleggiamento, altezza dell’acqua e velocità dei movimenti. Modulando l’esercizio ad hoc per il paziente, si ha la possibilità di lavorare in un ambiente atraumatico, senza produrre sollecitazioni dannose sulle articolazioni.
La frequenza delle sedute di idrokinesiterapia viene definita in base alle condizioni del paziente e alla fase della malattia: normalmente richiede un impegno almeno bi-settimanale. Solitamente la terapia, sia a secco sia ad acqua, non si prolunga per lunghi periodi, ma si consigliano cicli brevi e ripetuti durante il corso dell’anno. Durante i periodi di fermo poi, i pazienti possono svolgere degli esercizi di mantenimento da eseguire comodamente a casa.
Artrite Reumatoide - Redazione Reumatoide.it - Marzo 2023