"Un nuovo studio dell'Università di Malaga, pubblicato su RMD Open, ha rilevato che le persone con artrite reumatoide sono più vulnerabili a deficit cognitivi legati all'infiammazione causata dalla malattia."
Un recente studio condotto da ricercatori dell'Università di Malaga (Spagna) ha rivelato che le persone affette da artrite reumatoide possono sperimentare deficit cognitivi specifici, correlati all'infiammazione indotta dalla malattia. La ricerca, pubblicata su RMD Open (Rheumatic & Musculoskeletal Diseases), ha esaminato le capacità cognitive di 70 adulti con artrite reumatoide (80% donne, età media 56 anni) confrontandoli con un gruppo di 70 volontari sani, selezionati in base a età, sesso e livello di istruzione. Durante lo studio, quasi il 75% dei partecipanti malati presentava livelli moderati o elevati di attività infiammatoria al momento della valutazione, nonostante i trattamenti farmacologici in corso, e avevano una storia clinica della malattia della durata media di 10,5 anni. Tra giugno 2022 e giugno 2023, tutti e 140 i partecipanti sono stati sottoposti a valutazioni neurologiche e psicologiche dettagliate, nonché a diversi test cognitivi riconosciuti, insieme a esami sull'umore e sulla qualità della vita.
Il deficit cognitivo è stato misurato attraverso la scala Montreal Cognitive Assessment (MoCA), con punteggi inferiori a 26 su un massimo di 30 considerati indicatori di deterioramento. I risultati hanno evidenziato che il 60% dei pazienti con artrite reumatoide mostrava segni di compromissione cognitiva, rispetto al 40% dei partecipanti sani. In particolare, i pazienti hanno mostrato un deterioramento significativo delle funzioni cognitive, in particolare nelle aree visuo-spaziali, nella memoria, nell'astrazione e nelle funzioni esecutive, inclusa la memoria di lavoro, la concentrazione e la capacità di mantenere l'attenzione senza distraersi. È stata identificata una correlazione significativa tra livelli elevati di infiammazione e prestazioni inferiori nei test di calcolo a ritroso, che richiedono di ricordare una lista di nomi o parole dopo un intervallo di tempo. Inoltre, i soggetti affetti da artrite hanno riportato punteggi più alti nei test di ansia e depressione e punteggi inferiori riguardo alla qualità della vita rispetto ai volontari sani. I fattori maggiormente associati a un rischio accresciuto di deterioramento cognitivo tra i pazienti con artrite includevano l'obesità (con un aumento del rischio di quasi sei volte) e l'attività infiammatoria durante il decorso della malattia (con un raddoppio del rischio).
Similmente a quanto osservato nella popolazione generale, anche l'avanzare dell'età e un livello di istruzione inferiore si configurano come fattori di rischio. Gli autori dello studio sottolineano che le loro scoperte confermano alcune associazioni già note: in primo luogo, la relazione tra infiammazione cronica e processi autoimmuni, come quelli legati all'artrite reumatoide, e il rischio di declino cognitivo, che può derivare da neuro-infiammazione e disfunzioni endoteliali, un tipo di tessuto che riveste internamente i vasi sanguigni. Altri fattori di rischio già riconosciuti includono il dolore cronico, la fatica persistente, oltre a condizioni come obesità, depressione e ansia. Lo studio mette in luce ulteriori dettagli sui meccanismi di interazione tra infiammazione e deficit cognitivi, identificando specifici ambiti cognitivi affetti dall'attività infiammatoria associata all'artrite. Questi includono le capacità visuo-spaziali, la memoria, l'abilità di astrazione e le funzioni esecutive. Gli autori concludono che i risultati evidenziano l’importanza di un approccio multidimensionale alla gestione dei pazienti affetti da artrite reumatoide, che consideri sia gli aspetti clinici sia quelli psicosociali nella valutazione del deterioramento cognitivo.
Reumatologia dal web - Rielaborazione testo tratto da msn.com - di Silvia Turin - Agosto 2024