Fitoterapia, riflessologia, yoga, tai chi e aromaterapia sono tutte terapie naturali considerate utili nella cura dell'artrite, sebbene non siano state soggette ad approfondite ricerche scientifiche.
FITOTERAPIA
La cura con le piante o con i loro estratti è un antico sapere, ancora attivamente praticato in alcuni paesi, particolarmente in Cina, e l'artrite è una delle malattie che si dice ne traggano beneficio.
Sembra, per esempio, che il rimedio chiamato "artiglio del diavolo" sia molto efficace. Alcuni di questi rimedi hanno ricevuto l'autorizzazione alla vendita dalle autorità sanitarie di diversi paesi, per esempio in Inghilterra; altri sono venduti come alimenti e sono tutelati dalle normative di legge. Il rischio che potete correre acquistando un rimedio fitoterapico senza prescrizione è che potrebbe non essere adatto alle vostre esigenze o interagire con i farmaci che state assumendo. Perciò è veramente essenziale consultare un erborista qualificato, che vi esaminerà attentamente e vi darà un consiglio specifico per le vostre necessità.
FITOTERAPIA E FIBROMIALGIA
Per chi ama la medicina naturale ed in particolare le erbe medicinali, è stato proposto il seguente infuso che sembra essere efficace su alcune delle manifestazione della FM, e quindi può risultare utile come supporto ad altre terapie:
- Panax quinquefolium 2 parti;
- Astragalus mongolicus 2 parti;
- Angelica sinensis (Dong quai) 2 parti;
- Ginko biloba 1 parte;
- Cimicifuga racemosa (Black cohosh) 1 parte;
- Passiflora incarnata (Passion flower)1/2 parte;
- Betonica officinalis (Wood betony) 1/2 parte;
- Matricaria chamomila (Chamomile) 1/2 parte;
- Zizyphus sativa (Jujube red dates) 1/2 parte.
Questa tisana agisce come tonico contro la stanchezza cronica, l'ansia, la cefalea, i disturbi del sonno e ripristina il flusso sanguigno alle estremità. È consigliabile assumerla due volte al giorno lontano dai pasti alla dose di un cucchiaino da tè. Poiché alcuni componenti sono difficili da reperire in Italia (tale formulazione è tratta da un testo americano) è possibile sostituirli con componenti dalle caratteristiche simili.
Attenzione:
Le informazioni riportate in questa pagina sono solo a scopo informativo, tratte da un'ampia sitografia presente in internet. L'unica finalità è quella di mantenere il valore e la natura della rete: la facile reperibilità di informazione. Le informazioni sui principi attivi dei singoli componenti dei prodotti e sui prodotti stessi, desunte tutte da un'ampia sitografia presente in rete, e dai siti delle ditte fornitrici, non intendono trattare, curare alcuna malattia o patologia. Queste potrebbero, inoltre, riportare errori e/o omissioni. Pertanto ogni utilizzo improprio è a proprio rischio e pericolo. Si ricorda, altresì, che gli integratori alimentari non sono prodotti curativi e pertanto non possono vantare alcuna proprietà terapeutica. Le indicazioni, presenti sul sito, fanno riferimento all'impiego per il sostegno dell'organismo in periodi particolarmente difficili.
RIFLESSOLOGIA
La riflessologia plantare è una pratica che, nella storia, è passata da momenti di fulgore ad altri di oblio. Conosciuta già in Egitto nel 2330 a.C., è stata utilizzata da Maya, Incas e indiani d’America, nonché in Cina e in India. Nell'età moderna ha conosciuto una discreta diffusione in America negli anni ’20 e in Europa negli anni ’60. Questa è un'altra antica pratica, probabilmente originaria della Cina, e basata grossomodo sugli stessi principi dell'agopuntura. E' una forma di massaggio di alcune zone dei piedi, ciascuna con uno specifico legame con altre parti del corpo, sia tramite i meridiani sia attraverso altri percorsi energetici (le opinioni sono contrastanti). Così, massaggiare l'alluce può dare sollievo al mal di testa. Sulla riflessologia non è stata fatta nessuna sperimentazione clinica. Non vi sono quindi prove scientifiche della sua efficacia, ma i medici sostengono che non fa alcun danno e può certamente fare del bene. Una moderna versione tecnologica che sta guadagnando popolarità è il Vacuflex, che utilizza una speciale scarpa di feltro collegata a una pompa, dalla quale viene aspirata l'aria per creare il vuoto per ottenere gli stessi effetti.
La riflessologia è un'eccellente mezzo di prevenzione, può coadiuvare terapie mediche, aiuta a combattere lo stress psico-fisico, è utile nei disturbi psicosomatici, nelle patologie artrosiche, reumatiche, allergiche, infiammatorie, infertilità….
- Controindicazioni assolute: ictus, infarto, tromboflebiti, primi tre mesi di gravidanza.
In alcuni casi il riflessologo può avvalersi di tecniche collaterali quali digitopressione, auricoloterapia, riflessologia della mano e del capo.
YOGA E T'AI CHI
Entrambe sono forme d'esercizio dolce e controllato che possono arrecare beneficio all'artrite mantenendo mobili le giunture irrigidite, incoraggiando il rilassamento e contrastando lo stress.
Lo yoga è ampiamente praticato in tutto il mondo occidentale e non è difficile trovare dei corsi tenuti da istruttori specializzati. Il t'ai chi è un'antica arte cinese che potrete vedere praticata, normalmente al mattino, nelle strade di molti paesi e città della Cina. E' stata efficacemente descritta come una meditazione in movimento, e consiste in una serie di movimenti lenti, quasi una danza, intesi a focalizzare l'attenzione sulla mente, sulle emozioni così come sul corpo. Oggi è insegnata e praticata anche in Occidente.
T'AI CHI E A.R.
Nonostante le estese prove cliniche effettuate dal 1975 suggeriscano che l'esercizio fisico regolare ha un ruolo importante nel prevenire la disabilità e nel migliorare le funzioni in pazienti con artrite reumatoide (AR), rimangono numerosi gli interrogativi riguardo alla scelta della forma di esercizio ottimale per i pazienti affetti da AR. Per esempio, in pazienti sofferenti di AR è stato rilevato un danno articolare in seguito alla pratica di esercizi ad alto impatto (come l'aerobica classica, e attività sportive atte al potenziamento muscolare). Le linee guida dell'American College of Rheumatology (ACS) raccomandano un'attività fisica regolare piuttosto che esercizi ad alta intensità.
Le tendenze promettenti riguardo all'eventuale utilità dell'esercizio a basso impatto ci hanno spinto a considerare il Tai Chi come potenziale terapia complementare per i pazienti con AR. Il Tai Chi è una forma di esercizio tradizionale cinese che viene praticata da secoli. Su una varietà di pazienti sono stati riscontrati miglioramenti significativi per quanto riguarda la funzione cardiorespiratoria, l'equilibrio, la forza e la flessibilità, i sintomi dell'artrite, la riduzione del dolore, dello stress e dell'ansia [3]., ma l'effetto del Tai Chi sull'AR non era stato studiato a fondo con sperimentazioni cliniche casualizzate. Perciò l'obiettivo di queste prove cliniche casualizzate è stato di condurre uno studio preliminare per valutare se 12 settimane di pratica di Tai Chi possono essere considerate una terapia complementare sicura ed efficace per i pazienti con AR.
Lo studio è stato approvato dal Tufts-New England Medical Center (Tufts-NEMC)/Tufts University Human Investigation Review committee ed è stato condotto nella General Clinical Research Center (GCRC) at Tufts-NEMC. Venti pazienti ambulatoriali con AR di classe funzionale I o II sono stati reclutati tra i pazienti esterni della clinica reumatologica di Tufts e assegnati a caso al gruppo al quale sarebbero state impartite lezioni di Tai Chi (gruppo di sperimentazione) (n = 10), o al gruppo di controllo (n = 10) con sessioni bisettimanali di un'ora per 12 settimane. Il programma di Tai Chi si è bastato sulla forma classica dello stile Yang . Il gruppo di controllo ha ricevuto informazioni nutrizionali e mediche riguardo all'AR per 40 min. Durante i 20 min. restanti sono stati praticati esercizi di stretching con coinvolgimento della parte superiore del corpo, tronco e parte inferiore del corpo, mantenendo ogni allungamento per 10-15 sec.
I segni e i sintomi di miglioramento sono stati valutati usando ACR 20, capacità funzionale (forza della presa, camminata di 50 piedi, alzarsi dalla sedia) il questionario relativo qualità della vita relativamente alla salute (la Short Form-36 and EuroQol 5D) e l'indice del Center for Epidemiology Studies Depression (CES-D) in partenza e dopo 12 settimane. Tutti i risultati basati sugli esami fisici (valutazione completa del dolore e del gonfiore secondo le guide ACR) e le capacità funzionali sono state valutate dal reumatologo e dallo psicologo partecipanti alla ricerca. I risultati primari (ACR 20) e gli esami clinici sono stati comparati usando un analisi di intenzione/trattamento.
In partenza il gruppo di praticanti del Tai Chi aveva un punteggio decisamente peggiore in quanto a valutazione dello stato di salute tramite questionario e proteina C reattiva (CRP) ma erano simili per altre caratteristiche. Dopo 12 settimane, 5 pazienti su 10 (50%) assegnati al gruppo di Tai Chi hanno ottenuto una risposta ACR del 20% rispetto allo 0 su 10 del gruppo di controllo (P = 0.03 nel modello non adattato e P = 0.05 nel modello adattato).
Tra i cinque soggetti che hanno ottenuto ACR 20 nel gruppo del Tai Chi, tutti hanno riscontrato miglioramenti rispetto alla dolorabilità dell'articolazione (20-81%), al gonfiore (25-80%) e alla valutazione medica globale dell'attività della malattia (4- 80%). Quatto soggetti hanno rilevato miglioramenti rispetto al dolore (20-84%), al punteggio nella valutazione della salute tramite questionario e nella CRP (36-89%). Due soggetti hanno ottenuto il 20% di miglioramento in quasi tutte le variabili dei criteri ACR 20 anche senza considerare le due variabili (valutazione della salute tramite questionario e CRP) che non erano bilanciate tra i gruppi di studio in partenza e che quindi avrebbero potuto influenzare l'analisi statistica.
In complesso, il gruppo del Tai Chi è migliorato in tutti e venticinque i risultati secondari mentre il gruppo di controllo ha mostrato miglioramenti solo in alcuni e mai di molto. Il gruppo del Tai Chi è migliorato significativamente più di quello di controllo solo rispetto all'indice di inabilità del questionario riguardante la valutazione delle condizioni di salute (P = 0.01), la sottoscala di vitalità SF-36 (P = 0.01) e l'indice CES-D (P = 0.003). le variabili relative alle funzioni fisiche (alzarsi da una sedia e camminare per un percorso di 50 piedi) sono migliorate in entrambi i gruppi (comparazione tra gruppi P<0.05), ma="" le="" comparazioni="" tra="" i="" gruppi="" non="" sono="" state="" ritenute="" statisticamente="" significative="" nessun="" evento="" avverso="" stato="" osservato="" cos="" come="" paziente="" si="" ritirato="" dallo="" studio="" br=""> Questo studio preliminare suggerisce che la pratica del Tai Chi è una terapia complementare sicura e potenzialmente promettente per gli adulti con classe funzionale I o II AR. Inoltre i risultati dimostrano che il Tai Chi sembra essere associato alla tendenza al miglioramento rispetto all'attività della malattia riferito sia ai sintomi di dolore, sia al processo cognitivo dell'affrontare la patologia, il quale a sua volta è legato alla disabilità fisica e psicologica. I nostri risultati sono sostenuti da due studi non incoordinati sul Tai Chi rispetto alla RA nei quali viene evidenziato che durante le 10 settimane di pratica non si sono verificate significative esacerbazioni dei sintomi riguardanti le articolazioni. Sono sostenuti anche da altri studi sul Tai Chi in cui si è messo in luce che questa pratica ha effetti benefici sulla tensione, sull'ansia e sulla depressione.
Il nostro studio può essere considerato limitato per quanto riguarda la scarsa estensione del campione e in quanto il gruppo del Tai Chi sembrava soffrire di una AR più grave valutata dal questionario per la valutazione della salute, CRP e articolazioni doloranti in partenza, il che significa che i pazienti avevano maggiori possibilità di miglioramento. I componenti del gruppo del Tai Chi pesavano anche meno rispetto a quelli del gruppo di controllo (Tavola 1), quindi non possiamo escludere la possibilità che il Tai Chi possa migliorare la situazione relativa alle articolazioni nei non obesi piuttosto che negli obesi. Nonostante questi limiti, il rigore dello studio e i risultati giustificano ulteriori investigazioni del ruolo potenziale complementare del Tai Chi per il trattamento dell'AR.
AROMATERAPIA
Il termine 'aromaterapia' indica l'impiego di essenze aromatiche dette anche oli essenziali o oli volatili, per assicurare benessere, per prevenire la malattia o per curare alcune affezioni morbose. Per 'aromaterapia' s'intende un metodo curativo olistico che può agire su processi fisici, mentali e spirituali attraverso l' uso di oli essenziali.
Gli oli essenziali sono sostanze altamente volatili, che proprio grazie a questa caratteristica raggiungono facilmente il nostro naso. Tra le terapie complementari, l'aromaterapia è una delle più conosciute e quella che sta crescendo più rapidamente in tutto il mondo. Il suo valore terapeutico è sempre più apprezzato da ricercatori e medici. Gli oli essenziali sono fluidi preziosi, dal dolce profumo, estratti da molte varietà di piante.
Di fatto, sono usati molto più di quanto si creda. Sono presenti in molte cure, profumi e prodotti di bellezza. Gli oli essenziali sono essenze non oleose, particolarmente concentrate in alcune parti della pianta: fiori, resina, corteccia, radici, buccia, foglie, frutti; sono frazioni volatili ottenute dalle piante mediante distillazione in corrente di vapore. Presentano una composizione complessa. Sono poco solubili in soluzioni acquose. Stimolano intensamente l'olfatto, in quanto si volatilizzano a temperatura ambiente. Gli oli essenziali hanno proprietà fisiche, chimiche e terapeutiche
Essi possono essere considerati l'anima della pianta, poiché sono il risultato dell'estrazione, mediante particolari procedimenti, dell'essenza energetica della pianta stessa. La loro azione non è mai solo qualcosa di limitato e altamente specifico per un organo o un apparato, ma essi hanno piuttosto un'azione più generale sull'organismo in tutte le sue affezioni e l'aromaterapia non deve essere vista solo come un rimedio puramente sintomatico, ma come un reale trattamento sistemico.
Gli oli essenziali regalano energia e lucidità, curano la pelle e fanno bene al corpo e allo spirito. La composizione di una essenza naturale è molto più complessa della somma dei suoi costituenti. Essenze riprodotte chimicamente in laboratorio, infatti, generano una miscela solo apparentemente uguale all'originale, come dimostrato dal confronto tra l'attività di sostanze naturali e sintetiche.
È interessante notare come le specie botaniche più ricche di oli essenziali si distribuiscono prevalentemente in zone calde e assolate, infatti un fattore particolarmente importante riguarda le caratteristiche di fotoesposizione e, quindi, di luce e di calore. Una peculiarità fondamentale degli oli essenziali, estremamente interessante per l'effetto sull'uomo e le possibili applicazioni è che vengono percepiti come odorosi dal nostro olfatto. Tale attività sensoriale è quella maggiormente stimolata dagli oli essenziali. A differenza degli altri sensi, le stimolazioni olfattive sono le sole a passare direttamente nella corteccia cerebrale, senza essere filtrate dal centro recettore del 'talamo' per un'analisi preliminare. Le molecole aromatiche che si diffondono nell'aria raggiungono la parte superiore delle cavità nasali.
Le cellule olfattive, una volta sollecitate dalle molecole aromatiche, trasformano lo stimolo chimico in impulsi elettrici che a loro volta stimolano i centri deputati all'odorato. Questo spiega come mai un odore o un profumo possa evocare istantaneamente ricordi estremamente vivi di esperienze vissute anche molto tempo addietro. In tal caso, infatti, più che di un semplice ricordo si tratta quasi di un rivivere l'esperienza passata, che si riaffaccia prepotentemente. Il ricordo scatenato da un odore è, pertanto, molto più intenso di quello evocato da un'immagine o da un suono.
Gli oli essenziali possono venire assorbiti dall'uomo essenzialmente attraverso due vie: quella esterna (inalazione, bagni, assorbimento epidermico, massaggi, ecc..) e quella interna (assunzione orale), entrambe da usare con cautela e sotto controllo di specialisti del settore.
L'aromaterapia coinvolge (attraverso la percezione degli odori) l'emotività, la memoria, la sensibilità e tutte le aree cognitive correlate, oltre al sistema endocrino e quello immunitario; basta pensare a quanta importanza abbiano i profumi riferiti alla sfera sessuale di ogni individuo. L'anosmia (incapacità di percepire gli odori) determina un abbassamento delle difese immunitarie ed è in relazione con alcuni tipi di depressione psichica.
- A seconda delle piante, gli oli si trovano in parti diverse dei vegetali: nei fiori, nelle radici, le cortecce, le foglie ecc.
Gli oli essenziali, a seconda delle loro potenzialità, esplicano il loro effetto attraverso 3 diverse frequenze d'azione energetica:
- ALTA (Nota di Testa):
Agiscono a livello spirituale ed eterico, con effetto stimolante, si tratta di oli dalla profumazione intensa che agiscono con un'azione rapida; sono oli dinamici, attivi, estroversi, che grazie alla loro vibrazione alta e fresca sono adatti alle attività concentrative; sono oli estremamente volatili.
- MEDIA (Nota di Cuore):
Agiscono sul livello emozionale, sono oli essenziali intensi, sensuali e armonizzanti dall'aroma morbido e floreale; hanno un'azione a livello intermedio tra gli oli ad alta frequenza e quelli a bassa frequenza; sono mediamente volatili.
- BASSA (Nota di Base):
Agiscono a livello fisico e sono oli dall'azione rilassante, stabilizzante e balsamici con aroma caldo, dai profumi delicati; risultano poco volatili e la loro azione è prolungata nel tempo.
ATTIVITA' E PROPRIETA' DEGLI OLI ESSENZIALI
Antisettiche:
Si oppongono allo sviluppo dei germi. Il loro potere antisettico è generale, pur con composizioni chimiche molto differenti, e si realizza sia in presenza dei loro vapori sia per contatto diretto, inoltre risulta prezioso perché si associa a una innocuità verso i tessuti sani.
Antitossiche:
Inattivano le sostanze di deterioramento delle cellule. Non a caso le essenze erano largamente usate nell'antichità per i processi di imbalsamazione dei corpi.
Cicatrizzanti:
Il richiamo sanguigno che gli oli provocano stimola la rigenerazione cellulare. Soluzioni acquose di oli essenziali, soprattutto della famiglia delle Labiate (lavanda, salvia, rosmarino, timo), facilitano i processi di riparazione dei tessuti e stimolano la cicatrizzazione di piaghe e ulcere cutanee, prevenendo le sovrainfezioni batteriche.
Antiparassitarie:
Si esplicano utilmente nell'allontanamento di insetti, tarme, zanzare. In particolare il timo, il geranio e l'alloro.
Antireumatiche:
Utili nel trattamento di affezioni dolorose articolari come l'artrosi. Essi agiscono anche applicati localmente, attraverso impacchi o per massaggio, grazie alla loro capacità di propagazione dalla pelle ai tessuti profondi.
Tonificanti:
Sono stimolanti a livello delle ghiandole endocrine, tra cui la corteccia surrenale, responsabile della capacità di resistere allo stress.
LA NUTRIGENOMICA
La Nutrigenomica studia la nutrizione legata alla genetica ovvero come il cibo sia in grado di fornire informazioni ai nostri geni. È una scienza nuova in via di evoluzione con una ricaduta sulla salute pubblica nei prossimi anni. La nutrigenomica permette di personalizzare l'alimentazione e l'utilizzo di integratori alimentari specifici per ogni individuo attraverso lo studio degli effetti biologici delle sostanze nutritive a livello genico; si pensa che questa scienza sia in grado di apportare validi contributi circa lapatogenesi e lo sviluppo dei disturbi correlati alla dieta. In prospettiva, attuando un programma preciso e personalizzato mirato alla prevenzione piuttosto che alla cura delle malattie già in atto, si potrà rallentare l'invecchiamento e prevenire varie patologie.
Recentemente il completamento della mappa genica dell'uomo, con la codificazione dei geni, ha evidenziato che ogni individuo, possiede il 99,9% circa di DNA uguale, mentre nel restante 0,1% esistono delle differenze importanti. Tali differenze sono costituite per la maggior parte da variazioni a livello delle sequenze del DNA (con sostituzione di una singola base) e costituiscono i cosìddetti polimorfismi nucleotidici, SNPs (polimorfismi a singolo nucleotide - Single Nucleotide Polymorphisms), che sono in grado di condizionare, tra le altre cose, anche il modo con cui una persona può rispondere all'ambiente ed alla dieta. Esistono circa 3.000.000 di SNPs nel patrimonio genetico di una persona, con profonde differenze nell'espressione del nostro DNA, che possono agire, ad esempio, modificando la risposta ad un farmaco, all'eliminazione di tossine o al manifestarsi di una malattia, peggiorando o migliorando il processo di invecchiamento dell'organismo.
I polimorfismi riescono a rendere ogni individuo unico e inconfondibile: le differenze individuali che ne risultano possono spiegare perché non tutti reagiamo in modo identico alle varie sollecitazioni ambientali e nutrizionali. Molti studi recenti hanno evidenziato che le molecole chimiche contenute nei cibi sono in grado di agire sul genoma, sia direttamente che indirettamente, alterare l'espressione genica e la struttura del messaggero. La variabilità genetica individuale, determinando come i nutrienti vengono assimilati e metabolizzati, è alla base della peculiarità di ciascuno nel rispondere alle molecole introdotte nell'organismo ed, in generale, agli stili alimentari e di vita. I geni determinano le nostre vulnerabilità (genotipo), mentre ciò che assumiamo con l'alimentazione ed il nostro stile di vita determinano quanto queste vulnerabilità saranno in grado di influenzare la qualità e la durata della nostra vita (fenotipo).
Pertanto, nell'ambito di una valutazione multifattoriale delle varie malattie, una notevole rilevanza sta assumendo la relazione tra la componente genetica (ruolo di alcuni polimorfismi genetici) e le varie componenti ambientali e nutrizionali che possono elevare notevolmente il rischio di sviluppare patologie. Il cibo non più come mero strumento per apportare calorie, ma anche come veicolo di informazioni per i geni. Stimolare i geni positivi e frenare quelli pericolosi: questo è il traguardo dell'alimentazione nutrigenomica.
Oggi, in base ad un nuovo modernissimo tipo di test, realizzato sul DNA dalle cellule di sfaldamento della mucosa del cavo orale, si può valutare la predisposizione individuale verso patologie metaboliche, quali l'obesità e il diabete, patologie dell'apparato cardio-respiratorio, del sistema nervoso ed immunitario.
TERAPIE PER LA MENTE E LE EMOZIONI
Terapie psicoloiche per l'Artrite Reumatoide:
Una diagnosi di artrite reumatoide o di osteoartrite equivale a una sentenza di dolore cronico. In un rapporto pubblicato, nel 1989, dall'associazione inglese Arthritis care col titolo Arthritis: The Painful Challenge, si riporta la frase di un paziente: "Tu non sei mai da solo….Hai sempre il tuo dolore come compagno". Il dolore cronico se non può essere controllato è causa di forte stress e crea un circolo vizioso in quanto lo stress può agire da detonatore per attacchi acuti di artrite reumatoide. L'obiettivo delle terapie psicologiche naturali per l'artrite deve perciò essere quello di ridurre lo stress causato dal dolore, poiché ciò andrà a ridurre il dolore stesso, e ogni tipo di stress che potrebbe far insorgere attacchi di artrite infiammatoria. Le terapie naturali che possono aiutare a spezzare il circolo vizioso del dolore-stress-dolore sono la terapia autogena, le tecniche di rilassamento, l'ipnoterapia e il biofeedback. Anche la meditazione può essere d'aiuto.
TERAPIA AUTOGENA
La parola autogeno vuol dire originato dall'interno dell'individuo e nel contesto delle terapie naturali sta a significare, esercizio della mente volto a ristabilire la salute del corpo. Vi sono similitudini fra questo, lo yoga e la meditazione. La terapia autogena è basata su sei semplici esercizi mentali il cui scopo è diminuire lo stress e incoraggiare il processo di guarigione. Sono tre le posizioni principali che vanno adottate così che gli esercizi possano essere fatti anche in luoghi abituali, per esempio al lavoro, in treno o quando si è a letto: posizione semplice da seduti, posizione in poltrona, posizione distesa.
I sei esercizi mentali si riassumono in: pesantezza (pensare di sentire un arto pesante), calore, battito del cuore, respirazione, calore allo stomaco e fronte fresca. Il terapeuta farà la prima lezione in gruppo, chiedendo ai pazienti di praticare gli esercizi anche a casa, in modo che alla fine saranno in grado di farli da soli ogniqualvolta ne sentiranno il bisogno. La terapia autogena ha avuto origine in Germania alla fine degli anni Venti, sviluppata dal dottor Johannes Schulz a Berlino, che usava l'ipnosi per curare i suoi pazienti. Osservando quanto questi traevano beneficio dal rilassamento ipnotico, escogitò una serie di esercizi mentali che avrebbero riprodotto gli stessi effetti. Questi esercizi ottennero un tale successo che il sistema si diffuse nel resto dell'Europa, nel Nordamerica e in Giappone.
Terapie naturali - A CURA DELLA DR.SSA DEL LEO.