"Il decreto attuativo della Legge delega sulla disabilità, approvato dal Governo, ha introdotto nuove proposte per promuovere l'inclusione delle persone disabili nel mondo del lavoro."
Il 1° maggio 2023, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al primo decreto attuativo della Legge n. 227/2021, nota come legge delega sulla disabilità.
Questo decreto si concentra sul miglioramento dei servizi pubblici per favorire l’inclusione e l’accessibilità. Tra le novità principali, c’è l’impegno per eliminare le barriere architettoniche e introdurre accomodamenti ragionevoli per consentire a lavoratori e lavoratrici con disabilità di svolgere le proprie mansioni in totale autonomia. Questa mossa è cruciale, non solo per migliorare la qualità dei servizi pubblici, ma anche perché evidenzia l’entusiasmo del Governo nel completare gli altri decreti attuativi previsti dalla legge sulla disabilità per rispettare le scadenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In breve, il Governo sta prendendo misure concrete per garantire un ambiente lavorativo inclusivo e accessibile per le persone con disabilità, dimostrando un impegno tangibile verso l’attuazione completa della legge.
Cosa prevedono i 5 decreti attuativi della legge delega sulla disabilità
Una svolta epocale per le persone disabili è in corso con l’approvazione di cinque decreti mirati sulla disabilità:
La situazione attuale su disabilità e lavoro
La recente approvazione dei decreti attuativi in materia di disabilità e lavoro è una buona notizia, ma mette in luce una preoccupante inadempienza della Pubblica Amministrazione nell’assunzione di persone con disabilità, nonostante la Legge 68/1999 imponga precisi obblighi. Nel 2019, il 44,9% delle 95mila aziende e Pubbliche Amministrazioni soggette alla normativa non ha rispettato completamente o parzialmente la quota di posti da riservare alle persone con disabilità. Anche nel settore pubblico, il 33,1% delle organizzazioni è risultato inadempiente. Nonostante le aziende dichiarino 360mila occupati in ottemperanza alla legge, ci sono ancora 145mila posti di lavoro “vacanti” destinati alle persone con disabilità, rappresentanti il 29% del totale della quota di riserva. Ciò evidenzia un potenziale di 40 opportunità di lavoro per ogni 100 occupati con disabilità, che se attivate, potrebbero portare a un totale di 500mila persone con disabilità occupate. Questi dati risultano ancora più critici se consideriamo che solo il 19,5% delle persone con disabilità è occupato, mentre il 70% non cerca lavoro, spesso a causa di sfiducia, nonostante le loro qualifiche. La resistenza nel mondo del lavoro si riflette sia nel settore pubblico che in quello privato. Troppi preferiscono pagare sanzioni amministrative piuttosto che assumere persone con disabilità, perpetuando il pregiudizio che le considera improduttive e un peso sul lavoro. È fondamentale sottolineare che le persone con disabilità sono lavoratori attenti e produttivi, a condizione che le loro postazioni siano adeguate e che ricevano il supporto necessario, come previsto dal recente decreto su disabilità e lavoro. In Italia, oltre alle norme, è necessario un cambio culturale per promuovere accomodamenti ragionevoli che consentano alle persone con disabilità di svolgere al meglio il proprio ruolo lavorativo. Il divario tra la normativa avanzata sulla disabilità e la realtà operativa deve essere colmato. Il problema radicale è l’apertura limitata del mondo del lavoro alle persone con disabilità e la reticenza nel valutarle per le loro competenze anziché per l’imposizione della Legge 68. Superare questa imposizione normativa consentirebbe un reale riconoscimento delle competenze delle persone con disabilità nell’ambiente lavorativo.
FAQ sulla disabilità
Cosa si intende per disabilità?
La persona disabile è un soggetto che, a causa di una malattia o di una menomazione, subisce una riduzione della capacità lavorativa. Ai disabili o invalidi civili è attribuita una percentuale di riduzione della capacità lavorativa che deve basarsi anche sull’importanza che riveste il danno subìto nell’attività lavorativa.
Da quale percentuale di invalidità si ha diritto a prestazioni economiche INPS?
Le prestazioni economiche INPS si possono ottenere a partire da una percentuale di invalidità superiore al 74%, ma solo dopo la verifica dei dati socio-economici e reddituali, in quanto per accedere ai trattamenti assistenziali dell’Istituto è necessario dimostrare anche uno stato di bisogno economico. Per i trattamenti di natura previdenziale, invece, si fa riferimento ai contributi versati. Al massimo, vengono ridotti gli importi degli assegni una volta superati determinati limiti di reddito.
Quali sono le prestazioni economiche riservate ai disabili dall’INPS?
Le prestazioni economiche che l’INPS eroga alle persone disabili sono:
Per gli invalidi civili:
Per i ciechi civili:
Per i sordi:
Notiziario del malato - Tratto da invaliditaediritti.it - di Romina Cardia - Dicembre 2023